Thơ » Italia » Dante Alighieri » Thần khúc » Tĩnh ngục
Đăng bởi demmuadong vào 31/12/2006 21:33
Poscia che l'accoglienze oneste e liete
furo iterate tre e quattro volte,
Sordel si trasse, e disse: «Voi, chi siete?».
«Anzi che a questo monte fosser volte
l'anime degne di salire a Dio,
fur l'ossa mie per Ottavian sepolte.
Io son Virgilio; e per null'altro rio
lo ciel perdei che per non aver fé».
Così rispuose allora il duca mio.
Qual è colui che cosa innanzi sé
sùbita vede ond'e' si maraviglia,
che crede e non, dicendo «Ella è... non è...»,
tal parve quelli; e poi chinò le ciglia,
e umilmente ritornò ver' lui,
e abbracciòl là 've 'l minor s'appiglia.
«O gloria di Latin», disse, «per cui
mostrò ciò che potea la lingua nostra,
o pregio etterno del loco ond'io fui,
qual merito o qual grazia mi ti mostra?
S'io son d'udir le tue parole degno,
dimmi se vien d'inferno, e di qual chiostra».
«Per tutt'i cerchi del dolente regno»,
rispuose lui, «son io di qua venuto;
virtù del ciel mi mosse, e con lei vegno.
Non per far, ma per non fare ho perduto
a veder l'alto Sol che tu disiri
e che fu tardi per me conosciuto.
Luogo è là giù non tristo di martìri,
ma di tenebre solo, ove i lamenti
non suonan come guai, ma son sospiri.
Quivi sto io coi pargoli innocenti
dai denti morsi de la morte avante
che fosser da l'umana colpa essenti;
quivi sto io con quei che le tre sante
virtù non si vestiro, e sanza vizio
conobber l'altre e seguir tutte quante.
Ma se tu sai e puoi, alcuno indizio
dà noi per che venir possiam più tosto
là dove purgatorio ha dritto inizio».
Rispuose: «Loco certo non c'è posto;
licito m'è andar suso e intorno;
per quanto ir posso, a guida mi t'accosto.
Ma vedi già come dichina il giorno,
e andar sù di notte non si puote;
però è buon pensar di bel soggiorno.
Anime sono a destra qua remote:
se mi consenti, io ti merrò ad esse,
e non sanza diletto ti fier note».
«Com'è ciò?», fu risposto. «Chi volesse
salir di notte, fora elli impedito
d'altrui, o non sarria ché non potesse?».
E 'l buon Sordello in terra fregò 'l dito,
dicendo: «Vedi? sola questa riga
non varcheresti dopo 'l sol partito:
non però ch'altra cosa desse briga,
che la notturna tenebra, ad ir suso;
quella col nonpoder la voglia intriga.
Ben si poria con lei tornare in giuso
e passeggiar la costa intorno errando,
mentre che l'orizzonte il dì tien chiuso».
Allora il mio segnor, quasi ammirando,
«Menane», disse, «dunque là 've dici
ch'aver si può diletto dimorando».
Poco allungati c'eravam di lici,
quand'io m'accorsi che 'l monte era scemo,
a guisa che i vallon li sceman quici.
«Colà», disse quell'ombra, «n'anderemo
dove la costa face di sé grembo;
e là il novo giorno attenderemo».
Tra erto e piano era un sentiero schembo,
che ne condusse in fianco de la lacca,
là dove più ch'a mezzo muore il lembo.
Oro e argento fine, cocco e biacca,
indaco, legno lucido e sereno,
fresco smeraldo in l'ora che si fiacca,
da l'erba e da li fior, dentr'a quel seno
posti, ciascun saria di color vinto,
come dal suo maggiore è vinto il meno.
Non avea pur natura ivi dipinto,
ma di soavità di mille odori
vi facea uno incognito e indistinto.
'Salve, Regina' in sul verde e 'n su' fiori
quindi seder cantando anime vidi,
che per la valle non parean di fuori.
«Prima che 'l poco sole omai s'annidi»,
cominciò 'l Mantoan che ci avea vòlti,
«tra color non vogliate ch'io vi guidi.
Di questo balzo meglio li atti e ' volti
conoscerete voi di tutti quanti,
che ne la lama giù tra essi accolti.
Colui che più siede alto e fa sembianti
d'aver negletto ciò che far dovea,
e che non move bocca a li altrui canti,
Rodolfo imperador fu, che potea
sanar le piaghe c'hanno Italia morta,
sì che tardi per altri si ricrea.
L'altro che ne la vista lui conforta,
resse la terra dove l'acqua nasce
che Molta in Albia, e Albia in mar ne porta:
Ottacchero ebbe nome, e ne le fasce
fu meglio assai che Vincislao suo figlio
barbuto, cui lussuria e ozio pasce.
E quel nasetto che stretto a consiglio
par con colui c'ha sì benigno aspetto,
morì fuggendo e disfiorando il giglio:
guardate là come si batte il petto!
L'altro vedete c'ha fatto a la guancia
de la sua palma, sospirando, letto.
Padre e suocero son del mal di Francia:
sanno la vita sua viziata e lorda,
e quindi viene il duol che sì li lancia.
Quel che par sì membruto e che s'accorda,
cantando, con colui dal maschio naso,
d'ogne valor portò cinta la corda;
e se re dopo lui fosse rimaso
lo giovanetto che retro a lui siede,
ben andava il valor di vaso in vaso,
che non si puote dir de l'altre rede;
Iacomo e Federigo hanno i reami;
del retaggio miglior nessun possiede.
Rade volte risurge per li rami
l'umana probitate; e questo vole
quei che la dà, perché da lui si chiami.
Anche al nasuto vanno mie parole
non men ch'a l'altro, Pier, che con lui canta,
onde Puglia e Proenza già si dole.
Tant'è del seme suo minor la pianta,
quanto più che Beatrice e Margherita,
Costanza di marito ancor si vanta.
Vedete il re de la semplice vita
seder là solo, Arrigo d'Inghilterra:
questi ha ne' rami suoi migliore uscita.
Quel che più basso tra costor s'atterra,
guardando in suso, è Guiglielmo marchese,
per cui e Alessandria e la sua guerra
fa pianger Monferrato e Canavese».
Trang trong tổng số 1 trang (1 bài trả lời)
[1]
Gửi bởi demmuadong ngày 31/12/2006 21:33
After this gallant and warm-hearted greeting
Again had been given three or four times more,
Sordello stepped back and asked, "Who are you?"
"Before those souls worthy of climbing up
5 To God were turned toward this mountaintop,
My bones were buried by Octavian:
"I am Virgil, and for no other fault
Have I lost heaven than for want of faith."
This then was the answer my guide gave him.
10 As one who sees suddenly before him
Something to make him wonder, in belief
And disbelief he says, "It is ... It isn’t so!"
So that shade seemed, and then he bowed his head
And, humbly coming to my guide again,
15 Embraced him as a minion clasps his lord.
"O glory of the Latin race," he cried,
"Who proved the power of our native tongue,
O everlasting honor of my birthplace,
"What merit or what grace brings you to me?
20 Should I be worthy to hear your words, tell me
If you come here from hell, and from which cell?"
"Through all the circles of that realm of pain,"
He answered him, "have I come to this place.
Heaven’s might moved me: by its help I came.
25 "Not what I did but what I did not do
Lost me the sight of that high sun you crave
And which I came to recognize too late.
"There is a place down there not cursed by tortures
But only by the darkness, and distress
30 Has not the sound of cries but of deep sighs.
"There I stay with the infant innocents
Bit off by the strong teeth of death before
They were delivered from our human guilt.
"There I stay with those souls who did not don
35 Three holy virtues, but who, free from vice,
Knew all the other virtues and followed them.
"But if you know and are allowed to tell,
Teach us how we may reach most quickly
Where purgatory properly begins."
40 He answered, "No particular place is set us:
I am permitted to amble up and around:
As far as I may travel I shall guide you.
"But look! already daylight is declining,
And it is not possible to climb at night:
45 It’s best to think then of a resting-place.
"Some souls are off here to the right, apart:
By your leave I will take you both to them,
And you will find delight in their acquaintance."
"How do you mean?" my guide asked. "Would someone
50 Wishing to mount by night be stopped by others,
Or would he not go on because he cannot?"
Good Sordello drew his finger on the ground
And answered, "Look! even beyond this line
You could not dare cross once the sun has set.
55 "Nor is there anything else that blocks the path
For going up except the dark of night:
That blinds the will with inability.
"One might, indeed, at nightfall turn back down
And go wandering around the mountainside
60 While the horizon seals the daylight shut."
At that my master, seemingly amazed,
Said, "Lead us then to the place that you mention,
Where we may find delight in our delay."
We had gone on just a short way from there
65 When I observed that the hill was hollowed out,
As valleys carve out mountains here on earth.
"Out there," the shade now told us, "we shall walk
To where the slope shapes out a lap of stone,
And we shall all wait there for the new day."
70 Half steep, half level was a rambling path
Which led us to the border of that hollow
Whose edge fades to the middle of the slope.
Gold, fine silver, white lead, cochineal,
Indigo, self-glowing polished wood,
75 Fresh emerald at the instant it is split,
The grass and flowers blooming in that valley
Outshine them all in color — were they there —
As finer works surpass inferior.
But nature had not only painted that place:
80 Out of the sweetness of a thousand scents
She made there one unknown and secret perfume.
"Salve Regina" — I saw the souls who sang
This hymn seated on the flowering green:
They had been hidden till then in the valley.
85 "Do not wish me to guide you there among them,"
The Mantuan conducting us began,
"Before the setting sun drops to its nest.
"From this knoll you will discover better
The movements and the faces of them all
90 Than if you were down with them in their glen.
"The one who sits highest and wears the look
Of having failed to do what he should have done
And neglects to move his lips with others singing
"Was Rudolph the Emperor, who could have cured
95 The wounds that meant the death of Italy:
Though someone else should help, it is too late.
"The other shade who seems to comfort him
Once ruled the land where spring up those waters
Which the Moldau drifts to the Elbe and the sea:
100 "Ottokar was his name, and in babyhood
He was braver than his grown son Wenceslaus
In his beard, fed on idleness and lust.
"That snub-nosed one who seems so thick in talk
With the kind-looking soul next to him
105 Died fleeing and dishonoring the lily:
"Watch him there — look how he beats his breast!
See too that other one who cradles his cheek
In the palm of his hand, the while he sighs:
"They’re father and father-in-law of the Plague
110 Of France — they know his vile and vicious life,
And that is why grief stabs them to the heart.
"That one who seems so strong in build and who
Chimes his singing with the big-nosed shade
Was cinctured with the cord of worthiness,
115 "And if the young man seated at his rear
Had succeeded him to his throne, then
His worth would have passed on from urn to urn,
"A thing that never happened to his heirs.
James and Frederick now hold the kingdoms,
120 But neither gained the better heritage.
"The sap of human goodness rarely rises
Through its branches, and this He wills who gives
The gift that we may call on Him for it.
"My words apply to him with the big nose
125 And to the one who sings with him, Peter,
Who caused Apulia and Provence distress.
"So stunted has the family tree become
That Constance can still boast about her husband
More than Beatrice and Margaret could of theirs.
130 "See there the king who led a simple life,
Sitting all alone, Henry of England:
He in his branches has a sturdier stock.
"The one who sits with them on lower ground,
Gazing upward, is William the Marquis,
135 Through whom Alessandria and its war
"Make Montferrat and Canavese weep."