Thơ » Italia » Dante Alighieri » Thần khúc » Tĩnh ngục
Đăng bởi demmuadong vào 31/12/2006 22:25
Sì come quando i primi raggi vibra
là dove il suo fattor lo sangue sparse,
cadendo Ibero sotto l'alta Libra,
e l'onde in Gange da nona riarse,
sì stava il sole; onde 'l giorno sen giva,
come l'angel di Dio lieto ci apparse.
Fuor de la fiamma stava in su la riva,
e cantava 'Beati mundo corde!'.
in voce assai più che la nostra viva.
Poscia «Più non si va, se pria non morde,
anime sante, il foco: intrate in esso,
e al cantar di là non siate sorde»,
ci disse come noi li fummo presso;
per ch'io divenni tal, quando lo 'ntesi,
qual è colui che ne la fossa è messo.
In su le man commesse mi protesi,
guardando il foco e imaginando forte
umani corpi già veduti accesi.
Volsersi verso me le buone scorte;
e Virgilio mi disse: «Figliuol mio,
qui può esser tormento, ma non morte.
Ricorditi, ricorditi! E se io
sovresso Gerion ti guidai salvo,
che farò ora presso più a Dio?
Credi per certo che se dentro a l'alvo
di questa fiamma stessi ben mille anni,
non ti potrebbe far d'un capel calvo.
E se tu forse credi ch'io t'inganni,
fatti ver lei, e fatti far credenza
con le tue mani al lembo d'i tuoi panni.
Pon giù omai, pon giù ogni temenza;
volgiti in qua e vieni: entra sicuro!».
E io pur fermo e contra coscienza.
Quando mi vide star pur fermo e duro,
turbato un poco disse: «Or vedi, figlio:
tra Beatrice e te è questo muro».
Come al nome di Tisbe aperse il ciglio
Piramo in su la morte, e riguardolla,
allor che 'l gelso diventò vermiglio;
così, la mia durezza fatta solla,
mi volsi al savio duca, udendo il nome
che ne la mente sempre mi rampolla.
Ond'ei crollò la fronte e disse: «Come!
volenci star di qua?»; indi sorrise
come al fanciul si fa ch'è vinto al pome.
Poi dentro al foco innanzi mi si mise,
pregando Stazio che venisse retro,
che pria per lunga strada ci divise.
Sì com'fui dentro, in un bogliente vetro
gittato mi sarei per rinfrescarmi,
tant'era ivi lo 'ncendio sanza metro.
Lo dolce padre mio, per confortarmi,
pur di Beatrice ragionando andava,
dicendo: «Li occhi suoi già veder parmi».
Guidavaci una voce che cantava
di là; e noi, attenti pur a lei,
venimmo fuor là ove si montava.
'Venite, benedicti Patris mei',
sonò dentro a un lume che lì era,
tal che mi vinse e guardar nol potei.
«Lo sol sen va», soggiunse, «e vien la sera;
non v'arrestate, ma studiate il passo,
mentre che l'occidente non si annera».
Dritta salia la via per entro 'l sasso
verso tal parte ch'io toglieva i raggi
dinanzi a me del sol ch'era già basso.
E di pochi scaglion levammo i saggi,
che 'l sol corcar, per l'ombra che si spense,
sentimmo dietro e io e li miei saggi.
E pria che 'n tutte le sue parti immense
fosse orizzonte fatto d'uno aspetto,
e notte avesse tutte sue dispense,
ciascun di noi d'un grado fece letto;
ché la natura del monte ci affranse
la possa del salir più e 'l diletto.
Quali si stanno ruminando manse
le capre, state rapide e proterve
sovra le cime avante che sien pranse,
tacite a l'ombra, mentre che 'l sol ferve,
guardate dal pastor, che 'n su la verga
poggiato s'è e lor di posa serve;
e quale il mandrian che fori alberga,
lungo il pecuglio suo queto pernotta,
guardando perché fiera non lo sperga;
tali eravamo tutti e tre allotta,
io come capra, ed ei come pastori,
fasciati quinci e quindi d'alta grotta.
Poco parer potea lì del di fori;
ma, per quel poco, vedea io le stelle
di lor solere e più chiare e maggiori.
Sì ruminando e sì mirando in quelle,
mi prese il sonno; il sonno che sovente,
anzi che 'l fatto sia, sa le novelle.
Ne l'ora, credo, che de l'oriente,
prima raggiò nel monte Citerea,
che di foco d'amor par sempre ardente,
giovane e bella in sogno mi parea
donna vedere andar per una landa
cogliendo fiori; e cantando dicea:
«Sappia qualunque il mio nome dimanda
ch'i' mi son Lia, e vo movendo intorno
le belle mani a farmi una ghirlanda.
Per piacermi a lo specchio, qui m'addorno;
ma mia suora Rachel mai non si smaga
dal suo miraglio, e siede tutto giorno.
Ell'è d'i suoi belli occhi veder vaga
com'io de l'addornarmi con le mani;
lei lo vedere, e me l'ovrare appaga».
E già per li splendori antelucani,
che tanto a' pellegrin surgon più grati,
quanto, tornando, albergan men lontani,
le tenebre fuggian da tutti lati,
e 'l sonno mio con esse; ond'io leva'mi,
veggendo i gran maestri già levati.
«Quel dolce pome che per tanti rami
cercando va la cura de' mortali,
oggi porrà in pace le tue fami».
Virgilio inverso me queste cotali
parole usò; e mai non furo strenne
che fosser di piacere a queste iguali.
Tanto voler sopra voler mi venne
de l'esser sù, ch'ad ogne passo poi
al volo mi sentia crescer le penne.
Come la scala tutta sotto noi
fu corsa e fummo in su 'l grado superno,
in me ficcò Virgilio li occhi suoi,
e disse: «Il temporal foco e l'etterno
veduto hai, figlio; e se' venuto in parte
dov'io per me più oltre non discerno.
Tratto t'ho qui con ingegno e con arte;
lo tuo piacere omai prendi per duce;
fuor se' de l'erte vie, fuor se' de l'arte.
Vedi lo sol che 'n fronte ti riluce;
vedi l'erbette, i fiori e li arbuscelli
che qui la terra sol da sé produce.
Mentre che vegnan lieti li occhi belli
che, lagrimando, a te venir mi fenno,
seder ti puoi e puoi andar tra elli.
Non aspettar mio dir più né mio cenno;
libero, dritto e sano è tuo arbitrio,
e fallo fora non fare a suo senno:
per ch'io te sovra te corono e mitrio».
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[1]
Gửi bởi demmuadong ngày 31/12/2006 22:25
Just as when the sun shoots its first rays
On the land where its Maker shed his blood,
While Ebro flows beneath the scales of Libra,
And Ganges’ waves are scorched by noonday heat,
5 So here the sun stood, for the day was fading
As God’s enraptured angel appeared to us.
He stood upon the bank, outside the flames,
And sang aloud, "Blessed are the clean of heart!"
In a voice far more alive than ours.
10 Then, "You may go no further, holy souls,
Unless the fire sting you: enter it,
And don’t be deaf to what is sung beyond,"
He said to us when we drew near to him;
And when I heard him speak so, I became
15 Like someone buried in the pit, alive.
I now arched forward over my clasped hands.
Staring at the fire, I clearly pictured
Human bodies I had once seen burned.
My kindly escorts turned in my direction,
20 And Virgil said to me, "My son, there may
Be suffering here, but there can be no death.
"Remember now, remember! And if I
On Geryon have guided you to safety,
What shall I do now we are nearer God?
25 "Rest assured that should you have to stay
A thousand years within this womb of flame,
It could not singe a single hair from you!
"And if perhaps you think that I deceive you,
Draw near the flame and test it for yourself,
30 With your own hands, against your garment’s hem.
"Put off now, put off all of your fears!
Turn this way, come, and confidently enter!"
But, conscience-stricken, I stood motionless.
When he saw me stand so stubborn and stock-still,
35 Slightly upset he said, "Now, son, look here:
This is the wall between yourself and Beatrice."
As, at the name of Thisbe, Pyramus,
Near death, opened his eyes and looked at her
(That moment when the mulberry turned red),
40 So, my stubbornness softening at last,
I turned to my wise master when I heard
The name that always blossoms in my mind.
At that he shook his head and said, "What’s this?
You’d have us stay on this side?" Then he smiled,
45 As one does at a child won by an apple.
Then he stepped in the flames ahead of me,
Requesting Statius, who a long way now
Had walked between us, to approach behind.
Once in the fire, I would have flung myself
50 Into molten glass to feel cooled off,
The burning heat inside was so intense.
My tender father, trying to comfort me,
Kept talking about Beatrice as we walked,
Saying, "I seem to see her eyes already!"
55 A singing voice, beyond, was guiding us;
And we, while listening all the time to it,
Came outside at the point which starts to climb.
"Come, you who are blessed of my Father,"
Resounded from within a light, so bright
60 It overcame me, and I could not look.
"The sun sinks," the voice added; "evening comes;
Do not stop now, but hurry up your steps
Before the western sky grows dark again."
The pathway leaped straight up, on through the rock,
65 In such direction that my body blocked
The rays of sun — already low — before me.
And we had scaled just a few steps when I
And my two sages sensed, because my shadow
Vanished, that the sun had set behind us.
70 Before the wide horizon turned one color
Through all the boundless reaches of the sky
And night possessed the whole of its dominion,
Each of us made his bed upon a stair:
The nature of the mountain took from us
75 If not the pleasure then the power to climb.
As goats, that have been swift of foot and frisky
Up on the peaks before they’re put to graze,
Grow reposeful while they are ruminating,
Hushed in the shade, although the sun is hot,
80 Watched by the shepherd who leans on his staff,
Tending to their rest with his alertness;
And as the herdsman, who lies in the open,
Passes the night beside his quiet flock,
On guard that no wild beast should scatter them,
85 So were all three of us on that occasion,
I as the goat and those two as the herdsmen,
Hemmed by high rocks on this side and on that.
One could see little of the outside there,
But in that little I observed the stars
90 Brighter and larger than they usually are.
While ruminating, and admiring them,
Sleep overcame me, sleep which often knows
What is the news before events occur.
Within the hour, I think, when from the east
95 Cytherea, who always seems ablaze
With fires of love, first shone upon the mountain,
A young and pretty woman came to me
Within a dream as she walked through a meadow,
Gathering flowers and singing while she said,
100 "Whoever asks my name, let him know that
I am Leah, and I ply my lovely hands
In circles to make garlands for myself.
"For a glimpse of pleasure at the mirror, I
Adorn myself here, but my sister Rachel
105 Never leaves her mirror, and sits all day.
"Her yearning is to see her shining eyes,
As mine is with my hands to adorn myself:
She is content to look and I to labor."
And now, with the soft splendor of the dawn
110 Whose rising is more welcome to the pilgrims
As, in returning, they lodge nearer home,
The shadows of the night fled from all sides,
And my sleep with them. And at that I rose,
Finding my great teachers up already.
115 "That spotless fruit which the concerns of mortals
Go searching for on many branches shall,
This day, give peace to all your hungerings."
These were the words that Virgil spoke to me,
And never could there be a gift received
120 Equal to the pleasure that they gave.
So strong a will on will came over me
To be up there that, from then on, at each step
I felt my wings outstretching for the flight.
When all the stairway under us had sped
125 And we had reached the highest step of all,
Virgil fixed his eyes on me and said,
"My son, now you have seen the temporal and
The eternal fire, and you have reached the place
Where on my own I can discern no further:
130 "I’ve brought you here with intelligence and art.
Let your own pleasure guide you from now on:
You’re through the steep and through the narrow ways.
"See there the sun that shines upon your brow;
See the young grass, the flowers, and the shrubs,
135 Which here the earth all by itself produces.
"Until those beautiful, rejoicing eyes
Come, which in tears moved me to come to you,
You can sit down or walk among the flowers.
"Await no more a word or sign from me.
140 Your will is straightened, free, and whole — and not
To act upon its promptings would be wrong:
"I crown and miter you lord of your self."