Thơ » Italia » Dante Alighieri » Thần khúc » Tĩnh ngục
Đăng bởi demmuadong vào 31/12/2006 22:19
Né 'l dir l'andar, né l'andar lui più lento
facea, ma ragionando andavam forte,
sì come nave pinta da buon vento;
e l'ombre, che parean cose rimorte,
per le fosse de li occhi ammirazione
traean di me, di mio vivere accorte.
E io, continuando al mio sermone,
dissi: «Ella sen va sù forse più tarda
che non farebbe, per altrui cagione.
Ma dimmi, se tu sai, dov'è Piccarda;
dimmi s'io veggio da notar persona
tra questa gente che sì mi riguarda».
«La mia sorella, che tra bella e buona
non so qual fosse più, triunfa lieta
ne l'alto Olimpo già di sua corona».
Sì disse prima; e poi: «Qui non si vieta
di nominar ciascun, da ch'è sì munta
nostra sembianza via per la dieta.
Questi», e mostrò col dito, «è Bonagiunta,
Bonagiunta da Lucca; e quella faccia
di là da lui più che l'altre trapunta
ebbe la Santa Chiesa in le sue braccia:
dal Torso fu, e purga per digiuno
l'anguille di Bolsena e la vernaccia».
Molti altri mi nomò ad uno ad uno;
e del nomar parean tutti contenti,
sì ch'io però non vidi un atto bruno.
Vidi per fame a vòto usar li denti
Ubaldin da la Pila e Bonifazio
che pasturò col rocco molte genti.
Vidi messer Marchese, ch'ebbe spazio
già di bere a Forlì con men secchezza,
e sì fu tal, che non si sentì sazio.
Ma come fa chi guarda e poi s'apprezza
più d'un che d'altro, fei a quel da Lucca,
che più parea di me aver contezza.
El mormorava; e non so che «Gentucca»
sentiv'io là, ov'el sentia la piaga
de la giustizia che sì li pilucca.
«O anima», diss'io, «che par sì vaga
di parlar meco, fa sì ch'io t'intenda,
e te e me col tuo parlare appaga».
«Femmina è nata, e non porta ancor benda»,
cominciò el, «che ti farà piacere
la mia città, come ch'om la riprenda.
Tu te n'andrai con questo antivedere:
se nel mio mormorar prendesti errore,
dichiareranti ancor le cose vere.
Ma dì s'i' veggio qui colui che fore
trasse le nove rime, cominciando
'Donne ch'avete intelletto d'amore'».
E io a lui: «I' mi son un che, quando
Amor mi spira, noto, e a quel modo
ch'e' ditta dentro vo significando».
«O frate, issa vegg'io», diss'elli, «il nodo
che 'l Notaro e Guittone e me ritenne
di qua dal dolce stil novo ch'i' odo!
Io veggio ben come le vostre penne
di retro al dittator sen vanno strette,
che de le nostre certo non avvenne;
e qual più a gradire oltre si mette,
non vede più da l'uno a l'altro stilo»;
e, quasi contentato, si tacette.
Come li augei che vernan lungo 'l Nilo,
alcuna volta in aere fanno schiera,
poi volan più a fretta e vanno in filo,
così tutta la gente che lì era,
volgendo 'l viso, raffrettò suo passo,
e per magrezza e per voler leggera.
E come l'uom che di trottare è lasso,
lascia andar li compagni, e sì passeggia
fin che si sfoghi l'affollar del casso,
sì lasciò trapassar la santa greggia
Forese, e dietro meco sen veniva,
dicendo: «Quando fia ch'io ti riveggia?».
«Non so», rispuos'io lui, «quant'io mi viva;
ma già non fia il tornar mio tantosto,
ch'io non sia col voler prima a la riva;
però che 'l loco u' fui a viver posto,
di giorno in giorno più di ben si spolpa,
e a trista ruina par disposto».
«Or va», diss'el; «che quei che più n'ha colpa,
vegg'io a coda d'una bestia tratto
inver' la valle ove mai non si scolpa.
La bestia ad ogne passo va più ratto,
crescendo sempre, fin ch'ella il percuote,
e lascia il corpo vilmente disfatto.
Non hanno molto a volger quelle ruote»,
e drizzò li ochi al ciel, «che ti fia chiaro
ciò che 'l mio dir più dichiarar non puote.
Tu ti rimani omai; ché 'l tempo è caro
in questo regno, sì ch'io perdo troppo
venendo teco sì a paro a paro».
Qual esce alcuna volta di gualoppo
lo cavalier di schiera che cavalchi,
e va per farsi onor del primo intoppo,
tal si partì da noi con maggior valchi;
e io rimasi in via con esso i due
che fuor del mondo sì gran marescalchi.
E quando innanzi a noi intrato fue,
che li occhi miei si fero a lui seguaci,
come la mente a le parole sue,
parvermi i rami gravidi e vivaci
d'un altro pomo, e non molto lontani
per esser pur allora vòlto in laci.
Vidi gente sott'esso alzar le mani
e gridar non so che verso le fronde,
quasi bramosi fantolini e vani,
che pregano, e 'l pregato non risponde,
ma, per fare esser ben la voglia acuta,
tien alto lor disio e nol nasconde.
Poi si partì sì come ricreduta;
e noi venimmo al grande arbore adesso,
che tanti prieghi e lagrime rifiuta.
«Trapassate oltre sanza farvi presso:
legno è più sù che fu morso da Eva,
e questa pianta si levò da esso».
Sì tra le frasche non so chi diceva;
per che Virgilio e Stazio e io, ristretti,
oltre andavam dal lato che si leva.
«Ricordivi», dicea, «d'i maladetti
nei nuvoli formati, che, satolli,
Teseo combatter co' doppi petti;
e de li Ebrei ch'al ber si mostrar molli,
per che no i volle Gedeon compagni,
quando inver' Madian discese i colli».
Sì accostati a l'un d'i due vivagni
passammo, udendo colpe de la gola
seguite già da miseri guadagni.
Poi, rallargati per la strada sola,
ben mille passi e più ci portar oltre,
contemplando ciascun sanza parola.
«Che andate pensando sì voi sol tre?».
sùbita voce disse; ond'io mi scossi
come fan bestie spaventate e poltre.
Drizzai la testa per veder chi fossi;
e già mai non si videro in fornace
vetri o metalli sì lucenti e rossi,
com'io vidi un che dicea: «S'a voi piace
montare in sù, qui si convien dar volta;
quinci si va chi vuole andar per pace».
L'aspetto suo m'avea la vista tolta;
per ch'io mi volsi dietro a' miei dottori,
com'om che va secondo ch'elli ascolta.
E quale, annunziatrice de li albori,
l'aura di maggio movesi e olezza,
tutta impregnata da l'erba e da' fiori;
tal mi senti' un vento dar per mezza
la fronte, e ben senti' mover la piuma,
che fé sentir d'ambrosia l'orezza.
E senti' dir: «Beati cui alluma
tanto di grazia, che l'amor del gusto
nel petto lor troppo disir non fuma,
esuriendo sempre quanto è giusto!».
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Gửi bởi demmuadong ngày 31/12/2006 22:19
Not talk our pace, nor pace our talk slowed down,
But we by rapid conversation picked up speed,
Just like a ship propelled by a fair wind.
And shades, who looked as if they died again,
5 Through sockets of their eyes gaped out at me,
Seeing in me a man who was alive.
And I, continuing my speaking, said,
"He climbs perhaps more slowly than he would
Since he’s preoccupied with someone else.
10 "But tell me, if you know, where is Piccarda?
Tell me too if I see persons of note
Among this group that stares at me so hard."
"My sister — whether more beautiful than good
I do not know — already is in triumph,
15 Rejoicing in her crown on high Olympus."
This he said first, and then: "It’s not forbidden
Here for us to name each other, since
Our features are so shrunk by abstinence.
"There," and he pointed, "is Bonagiunta,
20 Bonagiunta of Lucca; and behind him,
His face more shriveled up than all the rest,
"Is he who in his arms held Holy Church —
He came from Tours — and he by fasting purges
The eels of Bolsena and Vernaccia’s wine."
25 He named me many others, one by one,
And at their naming all appeared content,
So that at this I saw not one black look.
I saw — hungrily biting their teeth on air —
Ubaldin da la Pila and Boniface
30 Who shepherded many people with his staff.
I saw Messer Marchese, who once enjoyed
Leisure to drink at Forlì with less thirst,
And yet he never could feel satisfied.
But as a man who looks and prizes one
35 More than another, so I marked him from Lucca
Who seemed to want to know the most about me.
He murmured, and I heard something like "Gentucca"
Come from his lips where he could feel the pang
Of justice which so strips them of their flesh.
40 "O soul," I answered, "you seem so desirous
To speak with me, do so that I may hear you,
For by your speech you satisfy us both."
"A woman is born and wears no veil as yet,"
He then began, "who’ll make my city please you,
45 No matter how men may find fault with it.
"You shall stride forward with this prophecy:
Should you have misconstrued my murmuring,
Events to come will make things clear to you.
"But tell me if I see before me here
50 The one who framed the new rhymes which begin:
‘Ladies who have intelligence of love.’ "
And I told him, "I am one who, when Love
Inspires me, takes note, and in the manner
That he dictates to me, I set it down."
55 "O brother, now I see," he said, "the knot
That held the Notary, Guittone, and me
Short of the sweet new style which I am hearing.
"I clearly note how your pens follow closely
After the one who dictates to your hearts,
60 Which surely did not happen with our pens;
"And anyone who thinks to probe more deeply
Will find no further difference between styles."
And, seemingly contented, he grew still.
Just as the birds that winter by the Nile
65 Sometimes form a dense flock in the air,
Then fly on faster and line up in a file,
So all the people who were there, turning
Away their faces, sped up their pace once more,
Made lighter by their leanness and desire.
70 And as a man who is worn out with running
Lets his companions pull ahead, and walks
Until the panting in his chest has eased,
So Forese then let that holy flock
Pass by and fell behind with me, to ask,
75 "When shall it be that I’ll see you again?"
"I do not know how long I’ll live," I answered,
"But my return here cannot be so swift
But that my heart shall come to this shore sooner,
"Because the place where I was put to live
80 Is stripped of goodness more from day to day
And seems to doom itself to dismal ruin."
"Be calm," he said, "for I can see the man
Who’s most to blame dragged off by a beast’s tail
Down toward the valley of the unforgiven.
85 "The beast with every stride runs on faster,
Always picking up speed until it strikes him
And leaves his body hideously disfigured.
"Those wheels," (he turned his eyes up to the skies)
"Have not long to revolve before you see
90 Clearly what my speech cannot tell plainly.
"Now you stay back, for time is precious here
In this kingdom, and I lose too much time
By walking with you this way at your pace."
Just as a horseman sometimes bolts ahead
95 At a gallop from a troop that’s riding
And runs to win the honor of first combat,
So he left us behind with longer strides,
And I remained on my road with those two
Who were such mighty marshals in the world.
100 And when he’d sped so far in front of us
That my eyes followed in pursuit of him,
Even as my mind pursued what he had said,
The branches of another tree appeared
To me not far away, fruitful and green,
105 For I had only then turned round the corner.
Beneath the tree I saw people lift their hands
And cry I know not what up toward the leaves
Like foolish and obstreperous small children
Who beg, while he they beg from answers nothing,
110 But, to make their hankering the keener,
Holds what they crave aloft and will not hide it.
Then they drew off as if they now knew better,
And straightway we arrived at the huge tree
Which turns aside so many prayers and tears.
115 "Pass on ahead: do not come any nearer.
The tree from which Eve ate is higher up,
And from its stock this tree was cultivated."
I know not who spoke this among the branches;
And so, Virgil, Statius, and I, drawn close,
120 Journeyed along the side where the cliff rises.
"Remember," the voice said, "those wretched creatures,
Born of a cloud, who, when they drank their fill,
Fought Theseus with their horse-and-human chests;
"And those Hebrews who showed their haste in drinking
125 So that Gideon refused them as his comrades
When he came d