Thơ » Italia » Dante Alighieri » Thần khúc » Tĩnh ngục
Đăng bởi demmuadong vào 01/01/2007 22:01
Ricorditi, lettor, se mai ne l'alpe
ti colse nebbia per la qual vedessi
non altrimenti che per pelle talpe,
come, quando i vapori umidi e spessi
a diradar cominciansi, la spera
del sol debilemente entra per essi;
e fia la tua imagine leggera
in giugnere a veder com'io rividi
lo sole in pria, che già nel corcar era.
Sì, pareggiando i miei co' passi fidi
del mio maestro, usci' fuor di tal nube
ai raggi morti già ne' bassi lidi.
O imaginativa che ne rube
talvolta sì di fuor, ch'om non s'accorge
perché dintorno suonin mille tube,
chi move te, se 'l senso non ti porge?
Moveti lume che nel ciel s'informa,
per sé o per voler che giù lo scorge.
De l'empiezza di lei che mutò forma
ne l'uccel ch'a cantar più si diletta,
ne l'imagine mia apparve l'orma;
e qui fu la mia mente sì ristretta
dentro da sé, che di fuor non venìa
cosa che fosse allor da lei ricetta.
Poi piovve dentro a l'alta fantasia
un crucifisso dispettoso e fero
ne la sua vista, e cotal si morìa;
intorno ad esso era il grande Assuero,
Estèr sua sposa e 'l giusto Mardoceo,
che fu al dire e al far così intero.
E come questa imagine rompeo
sé per sé stessa, a guisa d'una bulla
cui manca l'acqua sotto qual si feo,
surse in mia visione una fanciulla
piangendo forte, e dicea: «O regina,
perché per ira hai voluto esser nulla?
Ancisa t'hai per non perder Lavina;
or m'hai perduta! Io son essa che lutto,
madre, a la tua pria ch'a l'altrui ruina».
Come si frange il sonno ove di butto
nova luce percuote il viso chiuso,
che fratto guizza pria che muoia tutto;
così l'imaginar mio cadde giuso
tosto che lume il volto mi percosse,
maggior assai che quel ch'è in nostro uso.
I' mi volgea per veder ov'io fosse,
quando una voce disse «Qui si monta»,
che da ogne altro intento mi rimosse;
e fece la mia voglia tanto pronta
di riguardar chi era che parlava,
che mai non posa, se non si raffronta.
Ma come al sol che nostra vista grava
e per soverchio sua figura vela,
così la mia virtù quivi mancava.
«Questo è divino spirito, che ne la
via da ir sù ne drizza sanza prego,
e col suo lume sé medesmo cela.
Sì fa con noi, come l'uom si fa sego;
ché quale aspetta prego e l'uopo vede,
malignamente già si mette al nego.
Or accordiamo a tanto invito il piede;
procacciam di salir pria che s'abbui,
ché poi non si poria, se 'l dì non riede».
Così disse il mio duca, e io con lui
volgemmo i nostri passi ad una scala;
e tosto ch'io al primo grado fui,
senti'mi presso quasi un muover d'ala
e ventarmi nel viso e dir: 'Beati
pacifici, che son sanz'ira mala!'.
Già eran sovra noi tanto levati
li ultimi raggi che la notte segue,
che le stelle apparivan da più lati.
'O virtù mia, perché sì ti dilegue?',
fra me stesso dicea, ché mi sentiva
la possa de le gambe posta in triegue.
Noi eravam dove più non saliva
la scala sù, ed eravamo affissi,
pur come nave ch'a la piaggia arriva.
E io attesi un poco, s'io udissi
alcuna cosa nel novo girone;
poi mi volsi al maestro mio, e dissi:
«Dolce mio padre, dì , quale offensione
si purga qui nel giro dove semo?
Se i piè si stanno, non stea tuo sermone».
Ed elli a me: «L'amor del bene, scemo
del suo dover, quiritta si ristora;
qui si ribatte il mal tardato remo.
Ma perché più aperto intendi ancora,
volgi la mente a me, e prenderai
alcun buon frutto di nostra dimora».
«Né creator né creatura mai»,
cominciò el, «figliuol, fu sanza amore,
o naturale o d'animo; e tu 'l sai.
Lo naturale è sempre sanza errore,
ma l'altro puote errar per malo obietto
o per troppo o per poco di vigore.
Mentre ch'elli è nel primo ben diretto,
e ne' secondi sé stesso misura,
esser non può cagion di mal diletto;
ma quando al mal si torce, o con più cura
o con men che non dee corre nel bene,
contra 'l fattore adovra sua fattura.
Quinci comprender puoi ch'esser convene
amor sementa in voi d'ogne virtute
e d'ogne operazion che merta pene.
Or, perché mai non può da la salute
amor del suo subietto volger viso,
da l'odio proprio son le cose tute;
e perché intender non si può diviso,
e per sé stante, alcuno esser dal primo,
da quello odiare ogne effetto è deciso.
Resta, se dividendo bene stimo,
che 'l mal che s'ama è del prossimo; ed esso
amor nasce in tre modi in vostro limo.
co chi, per esser suo vicin soppresso,
spera eccellenza, e sol per questo brama
ch'el sia di sua grandezza in basso messo;
è chi podere, grazia, onore e fama
teme di perder perch'altri sormonti,
onde s'attrista sì che 'l contrario ama;
ed è chi per ingiuria par ch'aonti,
sì che si fa de la vendetta ghiotto,
e tal convien che 'l male altrui impronti.
Questo triforme amor qua giù di sotto
si piange; or vo' che tu de l'altro intende,
che corre al ben con ordine corrotto.
Ciascun confusamente un bene apprende
nel qual si queti l'animo, e disira;
per che di giugner lui ciascun contende.
Se lento amore a lui veder vi tira
o a lui acquistar, questa cornice,
dopo giusto penter, ve ne martira.
Altro ben è che non fa l'uom felice;
non è felicità, non è la buona
essenza, d'ogne ben frutto e radice.
L'amor ch'ad esso troppo s'abbandona,
di sovr'a noi si piange per tre cerchi;
ma come tripartito si ragiona,
tacciolo, acciò che tu per te ne cerchi».
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Gửi bởi demmuadong ngày 31/12/2006 22:01
Remember, reader, if ever you have been
Up in the mountains when the clouds close in
So that you saw as blindly as a mole,
How, when at last the dense and humid vapors
5 Begin to blow away, the circle of the sun
Pierces through the mists with feebleness,
Then your imagination will be quick
To come to see how I first saw the sun
Once more, right at the moment of its setting.
10 So, matching my steps with the trusted steps
Of my master, I broke out of the cloud
Into the rays now dead down on the shore.
O imagination, which sometimes steals us
So far from outward things we pay no heed
15 Although a thousand trumpets blast about us,
Who moves you if the senses yield you nothing?
Light formed in heaven moves you by itself
Or by the will of Him who guides it downward.
The impious act of her who changed her form
20 Into the bird that most delights in singing
Appeared to shape in my imagining.
And here my mind was so withdrawn within
Upon itself that nothing from the outside
Could have come then to be admitted in it.
25 Then there rained down within my heightened fancy
A figure crucified, scornful and fierce
In his look, exactly as he died.
Around him stood the great Ahasuerus,
Esther his wife, and the just Mordecai
30 Who showed integrity in word and deed.
And as this image burst all by itself,
Just like a bubble when the water runs
Out from under where the film has formed,
There rose into my vision a young girl
Bitterly weeping, and she said, "O Queen,
35 Why in your anger did you slay yourself?
"You took your life to keep Lavinia:
Now you have lost me! I am one who mourns,
Mother, more for your ruin than another’s."
As sleep is broken when all of a sudden
40 New light strikes upon unopened eyes
And, broken, flickers before it fully dies,
So my imagining fell straight away
As soon as light, more intense by far
45 Than what we are inured to, struck my eyes.
I turned about to survey where I was,
When a voice called out: "Here you can climb up,"
And this drew me from every other thought,
And it piqued my desire with such impatience
50 To gaze directly on the one who’d spoken
As never rests till it stands face to face.
But as before the sun which thwarts our sight
And, being overbright, blurs its own shape
So there my power of perception failed.
55 "This is a heavenly spirit who directs us,
Without our asking, on the upward way,
And with his own light he conceals himself.
"He deals with us as men do with themselves.
For he who sees the need but waits for asking
60 Already sets himself to turn it down.
"Now let our steps follow his invitation.
Let us press on to climb before night comes,
For then we cannot go till day returns."
So spoke my guide, and he and I together
65 Had turned our feet toward a stairway there
When, just as I arrived at the first step,
Near me I felt the brush as of a wing
Fanning my face, and I heard said, "Blessed are
The peacemakers, those free of wicked wrath."
70 By now the final sunbeams which night follows
Rose so high above us that the stars
Started to show themselves on every side.
"O strength of mine, why do you melt away?"
Within myself I said, since I perceived
75 The power of my legs had ceased to function.
We had arrived now where the stairs ascended
No higher, and we’d come to a full stop
Just like a ship that pulls up to the shore.
I listened for a while in hope of hearing
80 Any sound within this newest circle,
Then I turned to my master, and I said,
"My gentle father, tell me, what offense
Is purged here in the circle we are come to?
Although our steps halt, do not stop your speech."
85 And he told me, "The love of good which falls
Short of its duty is in this place restored.
Here the idle oar is dipped once more.
"But that you may understand more clearly,
Turn your mind to me and you will gather
90 Some goodly fruit from our delaying here.
"My son, neither Creator nor his creature,"
He then began, "was ever without love,
Natural or rational, as you know.
"The natural is always without error,
95 But the other love may err by evil ends,
Or by too much or by too little ardor.
"While it’s directed toward the primal good
And toward the secondary goods keeps measure,
It cannot be the cause of sinful pleasure,
100 "But when it’s bent on evil or runs after
The good with more or less zeal than it should,
Those whom he made then work against their Maker.
"From this you can conceive how love must be
The seed in you of every other virtue
105 And every deed deserving punishment.
"Now, in so far as love can never shift
Its sight from the well-being of its subject,
All things are free from hatred for themselves.
"And since no being can be thought as sundered
110 From primal Being and standing by itself,
Each creature is cut off from hating him.
"It follows, if I judge well by my critique,
This evil that is loved is for one’s neighbor,
And in three ways this love sprouts in your clay:
115 "There is the man who through his neighbor’s fall
Hopes to advance, and only for this reason
He longs to see him cast down from his greatness,
"There is the man who dreads the loss of power,
Favor, fame, and honor at another’s rise,
120 And pines so at it that he wants him ruined;
"And there is the man who grows so resentful
For injury, he’s greedy for revenge,
And such a man must seek another’s harm.
"This threefold love is purged down there below us.
125 Now I wish you to grasp the other kind:
The love that runs for good in wrongful measure.
"Each has a nebulous notion of the good
On which his mind may rest, and longs for it;
And so each struggles to achieve that end.
130 "If the love drawing you to view or gain
This goal is lukewarm, then this terrace here,
After true repentance, punishes for that.
"There is another good which gladdens no one:
It is not happiness, nor the true essence
135 Which is the fruit and root of every good.
"The love which yields itself too much to this
Is mourned in the three circles up above us;
But how it is divided in three parts,
"I will not say, that you may search it out."