Thơ » Italia » Dante Alighieri » Thần khúc » Tĩnh ngục
Đăng bởi demmuadong vào 31/12/2006 21:29
Quando si parte il gioco de la zara,
colui che perde si riman dolente,
repetendo le volte, e tristo impara;
con l'altro se ne va tutta la gente;
qual va dinanzi, e qual di dietro il prende,
e qual dallato li si reca a mente;
el non s'arresta, e questo e quello intende;
a cui porge la man, più non fa pressa;
e così da la calca si difende.
Tal era io in quella turba spessa,
volgendo a loro, e qua e là, la faccia,
e promettendo mi sciogliea da essa.
Quiv'era l'Aretin che da le braccia
fiere di Ghin di Tacco ebbe la morte,
e l'altro ch'annegò correndo in caccia.
Quivi pregava con le mani sporte
Federigo Novello, e quel da Pisa
che fé parer lo buon Marzucco forte.
Vidi conte Orso e l'anima divisa
dal corpo suo per astio e per inveggia,
com'e' dicea, non per colpa commisa;
Pier da la Broccia dico; e qui proveggia,
mentr'è di qua, la donna di Brabante,
sì che però non sia di peggior greggia.
Come libero fui da tutte quante
quell'ombre che pregar pur ch'altri prieghi,
sì che s'avacci lor divenir sante,
io cominciai: «El par che tu mi nieghi,
o luce mia, espresso in alcun testo
che decreto del cielo orazion pieghi;
e questa gente prega pur di questo:
sarebbe dunque loro speme vana,
o non m'è 'l detto tuo ben manifesto?».
Ed elli a me: «La mia scrittura è piana;
e la speranza di costor non falla,
se ben si guarda con la mente sana;
ché cima di giudicio non s'avvalla
perché foco d'amor compia in un punto
ciò che de' sodisfar chi qui s'astalla;
e là dov'io fermai cotesto punto,
non s'ammendava, per pregar, difetto,
perché 'l priego da Dio era disgiunto.
Veramente a così alto sospetto
non ti fermar, se quella nol ti dice
che lume fia tra 'l vero e lo 'ntelletto.
Non so se 'ntendi: io dico di Beatrice;
tu la vedrai di sopra, in su la vetta
di questo monte, ridere e felice».
E io: «Segnore, andiamo a maggior fretta,
ché già non m'affatico come dianzi,
e vedi omai che 'l poggio l'ombra getta».
«Noi anderem con questo giorno innanzi»,
rispuose, «quanto più potremo omai;
ma 'l fatto è d'altra forma che non stanzi.
Prima che sie là sù, tornar vedrai
colui che già si cuopre de la costa,
sì che ' suoi raggi tu romper non fai.
Ma vedi là un'anima che, posta
sola soletta, inverso noi riguarda:
quella ne 'nsegnerà la via più tosta».
Venimmo a lei: o anima lombarda,
come ti stavi altera e disdegnosa
e nel mover de li occhi onesta e tarda!
Ella non ci dicea alcuna cosa,
ma lasciavane gir, solo sguardando
a guisa di leon quando si posa.
Pur Virgilio si trasse a lei, pregando
che ne mostrasse la miglior salita;
e quella non rispuose al suo dimando,
ma di nostro paese e de la vita
ci 'nchiese; e 'l dolce duca incominciava
«Mantua...», e l'ombra, tutta in sé romita,
surse ver' lui del loco ove pria stava,
dicendo: «O Mantoano, io son Sordello
de la tua terra!»; e l'un l'altro abbracciava.
Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!
Quell'anima gentil fu così presta,
sol per lo dolce suon de la sua terra,
di fare al cittadin suo quivi festa;
e ora in te non stanno sanza guerra
li vivi tuoi, e l'un l'altro si rode
di quei ch'un muro e una fossa serra.
Cerca, misera, intorno da le prode
le tue marine, e poi ti guarda in seno,
s'alcuna parte in te di pace gode.
Che val perché ti racconciasse il freno
Iustiniano, se la sella è vota?
Sanz'esso fora la vergogna meno.
Ahi gente che dovresti esser devota,
e lasciar seder Cesare in la sella,
se bene intendi ciò che Dio ti nota,
guarda come esta fiera è fatta fella
per non esser corretta da li sproni,
poi che ponesti mano a la predella.
O Alberto tedesco ch'abbandoni
costei ch'è fatta indomita e selvaggia,
e dovresti inforcar li suoi arcioni,
giusto giudicio da le stelle caggia
sovra 'l tuo sangue, e sia novo e aperto,
tal che 'l tuo successor temenza n'aggia!
Ch'avete tu e 'l tuo padre sofferto,
per cupidigia di costà distretti,
che 'l giardin de lo 'mperio sia diserto.
Vieni a veder Montecchi e Cappelletti,
Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura:
color già tristi, e questi con sospetti!
Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura
d'i tuoi gentili, e cura lor magagne;
e vedrai Santafior com'è oscura!
Vieni a veder la tua Roma che piagne
vedova e sola, e dì e notte chiama:
«Cesare mio, perché non m'accompagne?».
Vieni a veder la gente quanto s'ama!
e se nulla di noi pietà ti move,
a vergognar ti vien de la tua fama.
E se licito m'è, o sommo Giove
che fosti in terra per noi crucifisso,
son li giusti occhi tuoi rivolti altrove?
O è preparazion che ne l'abisso
del tuo consiglio fai per alcun bene
in tutto de l'accorger nostro scisso?
Ché le città d'Italia tutte piene
son di tiranni, e un Marcel diventa
ogne villan che parteggiando viene.
Fiorenza mia, ben puoi esser contenta
di questa digression che non ti tocca,
mercé del popol tuo che si argomenta.
Molti han giustizia in cuore, e tardi scocca
per non venir sanza consiglio a l'arco;
ma il popol tuo l'ha in sommo de la bocca.
Molti rifiutan lo comune incarco;
ma il popol tuo solicito risponde
sanza chiamare, e grida: «I' mi sobbarco!».
Or ti fa lieta, ché tu hai ben onde:
tu ricca, tu con pace, e tu con senno!
S'io dico 'l ver, l'effetto nol nasconde.
Atene e Lacedemona, che fenno
l'antiche leggi e furon sì civili,
fecero al viver bene un picciol cenno
verso di te, che fai tanto sottili
provedimenti, ch'a mezzo novembre
non giugne quel che tu d'ottobre fili.
Quante volte, del tempo che rimembre,
legge, moneta, officio e costume
hai tu mutato e rinovate membre!
E se ben ti ricordi e vedi lume,
vedrai te somigliante a quella inferma
che non può trovar posa in su le piume,
ma con dar volta suo dolore scherma.
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Gửi bởi demmuadong ngày 01/01/2007 21:29
When a game of dice breaks up, the loser
Loiters behind in a downhearted mood,
Casting his throws again and sadly wiser,
While all the bystanders leave with the winner:
5 One strolls ahead, one tugs him from the rear,
And one begs for his attention at his side.
He does not stop, but hears this one and that;
When he gives one a handout, one more leaves,
And in that way he wards off the whole crowd.
10 I was the same within that pressing throng,
Turning my face this side and that to all,
Until by promises I slipped scot-free.
The Aretine was there who met his death
At the cruel hands of Ghino di Tacco,
15 And the other one who drowned in hot pursuit.
Federigo Novello was there begging
With arms outstretched to me, and there the Pisan
Whose death made good Marzucco show his valor.
I saw Count Orso, and the soul cut off
20 From its body by spitefulness and hate,
They say, and not for any crime committed:
Pierre de la Brosse, I mean; and while she lives,
Let the Lady of Brabant look out lest she
May end up with the sadder flock for this.
25 As soon as I came free of all those shades
Whose only prayer was that some others pray
So that the way to their bliss would be hastened,
I then began, "You seem to me expressly
To deny, O my light, in one written passage
30 That prayer can bend the ordinance of heaven,
"And yet these people pray for this alone:
Shall then this hope of theirs be empty-handed
Or is what you said not quite clear to me?"
And he told me, "What I wrote down is plain —
35 The hope of all these souls is not mistaken,
If you would ponder with an open mind:
"The heights of justice are not brought down low
Because the fire of love may in one instant
Fulfill the debt for sin of those lodged here;
40 "And there where I asserted this clear point,
The fault could not be straightened out by prayer
Because the prayer had been divorced from God.
"But surely you need not remain in so
Deep a doubt when she who shall be the light
45 Between your mind and truth explains it to you.
"I don’t know if you grasp — I speak of Beatrice.
You shall see her above, blissful and smiling,
Upon the summit of this very mountain."
And I: "My lord, let’s walk on with more haste,
50 For now I do not tire as I did then,
And look! by now the hillside casts a shadow."
"We will walk on as long as daylight lasts,"
He answered me, "as far as we still can,
But the reality is not what you suppose.
55 "Before you reach that top, you’ll see the sun,
Now screened behind the hillside so that you
Do not obstruct its beams, come out again.
"But see, right over there sits one spirit
All alone, who looks in our direction:
60 He will mark out for us the quickest way."
We came up to him then. O Lombard soul,
How aloof and disdainful was your manner!
How solemnly and slowly your eyes moved!
He said not a thing to us, but let us
65 Keep climbing upward, only looking on
In the same way a lion rests and watches.
Yet Virgil drew up close to him, asking
That he point out to us the best ascent,
But he made no reply to his request;
70 Instead he questioned us about our country
And way of life; and the kind guide began,
"Mantua ... " but the shade, shut in himself,
Now rose toward him from the place he had kept
And cried, "O Mantuan, I am Sordello
75 From your own city!" And they embraced each other.
Ah, slavish Italy, hostelry for griefs,
Ship without a captain in huge storms,
No madam of the provinces but of brothels!
That noble spirit was so eager-hearted,
80 Just at the sweet sound of his city’s name,
To welcome there his fellow-citizen —
And now all those who dwell within you live
In war; enclosed by one same wall and moat,
One person gnaws away at another!
85 Search out, you wretched place, around the shores
Of your own seas, and then look in your heart
For any part of you that enjoys peace!
What good that Justinian with his code
Repair the bridle if the saddle’s empty?
90 Without that bit the shame would be less biting!
Ah, people that ought to show reverence
And allow Caesar to sit in the saddle,
If you knew well what God prescribes for you!
Look how this beast has become barbarous
95 By its not being checked by any spurs
Since you have put your hands to the bridle!
O German Albert, you abandon her
And she has grown uncurbable and wild,
You who should ride high astride her saddle!
100 May the just judgment from the stars fall down
Upon your bloodline, with so strange and plain
A sign that may make your heir shake with fear!
Because you and your father, long diverted
By your greediness back home, have permitted
105 The garden of the empire to waste away.
Come see the Montagues and Capulets,
The Monaldi and Filippeschi, you reckless man:
The first two live in grief, the second dread it!
Come, cruel ruler, come see the distress
110 Of your noblemen, come cure their diseases,
And you shall see how bleak is Santafiora!
Come see your Rome, weeping in widowhood
All by herself, wailing day and night:
"My Caesar, why have you abandoned me?"
115 Come see how all your people love each other,
And if no pity moves your heart for us,
Come feel the shame your fame has won for you!
And if it be allowed me, O highest Jove
Who on the earth was crucified for us:
120 Are your eyes turned away to somewhere else?
Or is it preparation you provide
In the depths of your counsel for some good
Wholly cut off from our discovery?
For all the cities of Italy are filled
125 With tyrants, and any bumpkin who learns how
To play politics becomes a Marcellus.
My Florence, clearly you can be content
At this digression which does not touch you,
Thanks to the earnest efforts of your people!
130 Many men have justice in their hearts,
But thinking makes them slow to let shafts fly:
Yet your people shoot off with their mouths!
Many men refuse a public office,
But your people answer with eagerness
135 No call at all, and cry, "I will! I’ll serve!"
Now be glad, since