Thơ » Italia » Dante Alighieri » Thần khúc » Tĩnh ngục
Đăng bởi demmuadong vào 31/12/2006 21:26
Io era già da quell'ombre partito,
e seguitava l'orme del mio duca,
quando di retro a me, drizzando 'l dito,
una gridò: «Ve' che non par che luca
lo raggio da sinistra a quel di sotto,
e come vivo par che si conduca!».
Li occhi rivolsi al suon di questo motto,
e vidile guardar per maraviglia
pur me, pur me, e 'l lume ch'era rotto.
«Perché l'animo tuo tanto s'impiglia»,
disse 'l maestro, «che l'andare allenti?
che ti fa ciò che quivi si pispiglia?
Vien dietro a me, e lascia dir le genti:
sta come torre ferma, che non crolla
già mai la cima per soffiar di venti;
ché sempre l'omo in cui pensier rampolla
sovra pensier, da sé dilunga il segno,
perché la foga l'un de l'altro insolla».
Che potea io ridir, se non «Io vegno»?
Dissilo, alquanto del color consperso
che fa l'uom di perdon talvolta degno.
E 'ntanto per la costa di traverso
venivan genti innanzi a noi un poco,
cantando 'Miserere' a verso a verso.
Quando s'accorser ch'i' non dava loco
per lo mio corpo al trapassar d'i raggi,
mutar lor canto in un «oh!» lungo e roco;
e due di loro, in forma di messaggi,
corsero incontr'a noi e dimandarne:
«Di vostra condizion fatene saggi».
E 'l mio maestro: «Voi potete andarne
e ritrarre a color che vi mandaro
che 'l corpo di costui è vera carne.
Se per veder la sua ombra restaro,
com'io avviso, assai è lor risposto:
fàccianli onore, ed essere può lor caro».
Vapori accesi non vid'io sì tosto
di prima notte mai fender sereno,
né, sol calando, nuvole d'agosto,
che color non tornasser suso in meno;
e, giunti là, con li altri a noi dier volta
come schiera che scorre sanza freno.
«Questa gente che preme a noi è molta,
e vegnonti a pregar», disse 'l poeta:
«però pur va, e in andando ascolta».
«O anima che vai per esser lieta
con quelle membra con le quai nascesti»,
venian gridando, «un poco il passo queta.
Guarda s'alcun di noi unqua vedesti,
sì che di lui di là novella porti:
deh, perché vai? deh, perché non t'arresti?
Noi fummo tutti già per forza morti,
e peccatori infino a l'ultima ora;
quivi lume del ciel ne fece accorti,
sì che, pentendo e perdonando, fora
di vita uscimmo a Dio pacificati,
che del disio di sé veder n'accora».
E io: «Perché ne' vostri visi guati,
non riconosco alcun; ma s'a voi piace
cosa ch'io possa, spiriti ben nati,
voi dite, e io farò per quella pace
che, dietro a' piedi di sì fatta guida
di mondo in mondo cercar mi si face».
E uno incominciò: «Ciascun si fida
del beneficio tuo sanza giurarlo,
pur che 'l voler nonpossa non ricida.
Ond'io, che solo innanzi a li altri parlo,
ti priego, se mai vedi quel paese
che siede tra Romagna e quel di Carlo,
che tu mi sie di tuoi prieghi cortese
in Fano, sì che ben per me s'adori
pur ch'i' possa purgar le gravi offese.
Quindi fu' io; ma li profondi fóri
ond'uscì 'l sangue in sul quale io sedea,
fatti mi fuoro in grembo a li Antenori,
là dov'io più sicuro esser credea:
quel da Esti il fé far, che m'avea in ira
assai più là che dritto non volea.
Ma s'io fosse fuggito inver' la Mira,
quando fu' sovragiunto ad Oriaco,
ancor sarei di là dove si spira.
Corsi al palude, e le cannucce e 'l braco
m'impigliar sì ch'i' caddi; e lì vid'io
de le mie vene farsi in terra laco».
Poi disse un altro: «Deh, se quel disio
si compia che ti tragge a l'alto monte,
con buona pietate aiuta il mio!
Io fui di Montefeltro, io son Bonconte;
Giovanna o altri non ha di me cura;
per ch'io vo tra costor con bassa fronte».
E io a lui: «Qual forza o qual ventura
ti traviò sì fuor di Campaldino,
che non si seppe mai tua sepultura?».
«Oh!», rispuos'elli, «a piè del Casentino
traversa un'acqua c'ha nome l'Archiano,
che sovra l'Ermo nasce in Apennino.
Là 've 'l vocabol suo diventa vano,
arriva' io forato ne la gola,
fuggendo a piede e sanguinando il piano.
Quivi perdei la vista e la parola
nel nome di Maria fini', e quivi
caddi, e rimase la mia carne sola.
Io dirò vero e tu 'l ridì tra ' vivi:
l'angel di Dio mi prese, e quel d'inferno
gridava: "O tu del ciel, perché mi privi?
Tu te ne porti di costui l'etterno
per una lagrimetta che 'l mi toglie;
ma io farò de l'altro altro governo!".
Ben sai come ne l'aere si raccoglie
quell'umido vapor che in acqua riede,
tosto che sale dove 'l freddo il coglie.
Giunse quel mal voler che pur mal chiede
con lo 'ntelletto, e mosse il fummo e 'l vento
per la virtù che sua natura diede.
Indi la valle, come 'l dì fu spento,
da Pratomagno al gran giogo coperse
di nebbia; e 'l ciel di sopra fece intento,
sì che 'l pregno aere in acqua si converse;
la pioggia cadde e a' fossati venne
di lei ciò che la terra non sofferse;
e come ai rivi grandi si convenne,
ver' lo fiume real tanto veloce
si ruinò, che nulla la ritenne.
Lo corpo mio gelato in su la foce
trovò l'Archian rubesto; e quel sospinse
ne l'Arno, e sciolse al mio petto la croce
ch'i' fe' di me quando 'l dolor mi vinse;
voltòmmi per le ripe e per lo fondo,
poi di sua preda mi coperse e cinse».
«Deh, quando tu sarai tornato al mondo,
e riposato de la lunga via»,
seguitò 'l terzo spirito al secondo,
«ricorditi di me, che son la Pia:
Siena mi fé, disfecemi Maremma:
salsi colui che 'nnanellata pria
disposando m'avea con la sua gemma».
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[1]
Gửi bởi demmuadong ngày 31/12/2006 21:26
I had by now parted from these shadows
And was following in the footsteps of my guide
When one behind me pointing his finger
Cried, "See, the light does not appear to shine
5 Upon the left side of the lower climber,
And he seems to act as if he were alive!"
At the sound of these words I turned my eyes,
And I saw those shades stare at me in wonder,
Only at me and at the broken light.
10 "Why is your mind in such entanglement
You slacken off your walk?" my master asked,
"Why do you care what they may whisper here?
"Come after me and let the people chatter.
Stand steadfast as a tower whose great height
15 Never shakes when struck by gusts of wind:
"For people always who let thought spring up
On thought fall ever farther from their goal,
Since one thought saps the strength out of another."
What else could I respond except "I come"?
20 I said it, my face coloring a little,
As sometimes makes a man deserve forgiveness.
And meantime all across the mountainside
Came people slightly ahead of us, singing
The Miserere, verse answering to verse.
25 When they had noticed that the rays of light
Did not pass through my body, they soon changed
Their chant into a hoarse and drawn-out "Oh!"
And two of them, in roles of messengers,
Raced up toward us to tender this request:
30 "We’d like to know about your present state."
And my master replied, "You can return
And report back to those who sent you here
That this man’s body is in fact his flesh.
"If they halted at the sight of his shadow,
35 As I suppose, that answer is enough:
Let them honor him that they may benefit."
I never saw meteors cut so swiftly
Through the limpid sky at early nighttime
Or lightning flash through August clouds at sunset
40 As swiftly as these shades turned back uphill
And once there with the others veered around
Toward us like cavalry charging with free rein.
"These people pressing on us now are numerous,
And they approach with prayer," the poet said,
45 "Be on your way, and listen as you walk!"
"O soul, who move ahead to be made blessed
In the same limbs you had when you were born,"
They came crying, "a short while stay your steps!
"Look if you ever have seen one of us
50 That you may carry news of him back there.
Ah, why press on? Ah, why not stop right here?
"All of us shades met with a violent death
And remained sinners up to our last hour.
The light of heaven then had so forewarned us
55 "That we, by true repenting and forgiving,
Came out of our life, our peace made with the God
Who fills our hearts with longing to see him."
And I said, "Even though I search your faces,
I recognize none of you, but if I now
60 In any way can please you, bliss-born souls,
"Tell me and I will do it, by that peace
Which I, in the steps of so good a guide,
Am here made to pursue from world to world."
And one began, "Each one of us has trust
65 In your benefices without your oaths,
As long as no self-weakness thwarts your will.
"So I, who speak alone before the rest,
Pray you, if ever you look on that country
Which lies between Romagna and Charles’ land,
70 "That you be gracious to me with your prayers
In Fano, where devotions be made for me
So that I here can purge my serious sins.
"I came from there, but then the deep-gashed wounds
From which flowed out the blood that gave me life
75 Were dealt me at the lap of the Antenors,
"In the place where I thought I was most safe:
Azzo of Este had it done, in anger
Against me far beyond what justice called for.
"If I had fled instead toward La Mira
80 When I was ambushed at Oriaco,
I should still be there where men breathe the air.
"I ran into the marsh, and reeds and mud
So tangled me up I fell, and there I watched
A pool from my veins spill into the soil."
85 Then said another, "Ah, so may that longing
That draws you up the mountain be fulfilled,
From kind compassion lend aid to my longing.
"I am Buonconte once of Montefeltro.
Giovanna and the others care not for me,
90 So I trudge with these souls, my brow bowed low."
And I then asked him, "What force or what chance
Led you so far astray from Campaldino
That your gravesite, till now, remains unknown?"
"Oh!" he replied, "below the Casentino,
95 A stream, called the Archiano, crosses
From above the hermitage in the Apennines.
"There, where its name then changes to the Arno,
I came with my throat cut wide open, fleeing
On foot and dripping blood upon the valley.
100 "There I lost my sight and then my speech:
I ended with the name of Mary, and there
I fell, and my flesh lay there all alone.
"I’ll tell the truth — retell it to the living.
God’s angel took me up and hell’s cried out,
105 ‘O you from heaven, why must you steal from me?
" ‘His immortal part you haul off with you
For one tiny tear which tears him from me,
But I’ve made other plans for what remains!’
"You know how in the atmosphere damp vapor
110 Condenses and turns once more into water
As soon as it floats up to where cold strikes it:
"Bad will that only plots bad deeds he added
To intellect, and stirred the mist and wind
By the power which his fiendish nature gave him.
115 "Then, when day was spent, he filled the valley
From Pratomagno to the mountain range
With clouds, and he so charged the sky aloft
"That the overburdened air changed into water:
The rains fell, and into the gullies flushed
120 Whatever the ground refused to sop back up,
"And gathering together in huge torrents,
They rushed head-onward toward the royal river
So rapidly that nothing blocked their course.
"The raging Archiano found my body
125 Frozen near its mouth and swept it on
Into the Arno and unclenched the cross
"Which on my breast I’d formed when pain felled me.
Along its bed and on its bank it rolled me
And then swaddled and wound me in its spoils."
130 "Pray, when you are come back into the world
And are well rested from your lengthy journey,"
A third spirit followed up the second,
"Remember me, I who am La Pia.
Siena made — Maremma unmade me —
135 As he knows well who plighted me his troth
"And sealed the contract with his jeweled ring."